Alla conferenza stampa, il regista e il cast — da Diego Abatantuono a Virginia Raffaele, Aldo Baglio e Geppi Cucciari — parlano di radici, paesaggio e dignità. “Era il momento di raccontare questa storia.
È stato La vita va così di Riccardo Milani ad aprire ufficialmente la 20ª edizione della Festa del Cinema di Roma. Un film che unisce ironia e impegno civile, ispirato alla vera storia di Ovidio Marras, il pastore sardo che ha sfidato un grande gruppo immobiliare per difendere la propria casa, simbolo di una battaglia più ampia: quella tra progresso e memoria, tra la corsa al turismo e il diritto di restare.
“Era il momento di raccontare questa storia,”
ha dichiarato Riccardo Milani durante la conferenza stampa all’Auditorium Parco della Musica.
“Non volevo fare un film su buoni e cattivi, ma su persone che si ritrovano a scegliere da che parte stare. La Sardegna è una terra meravigliosa, ma anche una terra di contraddizioni. È qui che ho trovato l’essenza del film: la dignità delle persone comuni.”
Accanto a lui, un cast corale che incarna proprio quella varietà umana che Milani ama portare sullo schermo: Diego Abatantuono, Virginia Raffaele, Aldo Baglio e Geppi Cucciari.
Virginia Raffaele, che nel film interpreta una donna milanese trasferita in Sardegna, ha raccontato la sfida di entrare in contatto con un mondo nuovo:
“Abbiamo lavorato con persone del posto, con pastori veri. C’era un senso di verità in ogni sguardo. Per me è stato un viaggio dentro un’Italia che non conoscevo davvero, fatta di silenzi, orgoglio e piccole resistenze quotidiane.”
Aldo Baglio, nel ruolo di un capocantiere diviso tra lavoro e coscienza, ha parlato con ironia e introspezione:
“È la prima volta che interpreto un personaggio ispirato a una storia vera. C’è un’umanità che mi ha colpito, la lotta di chi non vuole arrendersi. È anche un film sul rispetto, sul non dimenticare da dove veniamo.”
Diego Abatantuono, con il suo tono disincantato ma affettuoso, ha aggiunto:
“Milani riesce sempre a parlare di cose serie senza mai perdere il sorriso. E credo che oggi serva proprio questo: ricordarci che la commedia può ancora essere uno specchio sincero del Paese.”
Geppi Cucciari, sarda, ha sottolineato l’importanza del racconto locale:
“È un film che restituisce dignità alla Sardegna, mostrando la sua bellezza senza cartolina. Milani ha guardato alla mia terra con rispetto, senza esotismi, raccontando la vita di chi resta quando tutti vogliono andare via.”
Lo sceneggiatore Michele Astori ha spiegato che il film nasce dall’esigenza di “raccogliere un pezzo d’Italia dimenticata”, mentre Milani ha insistito sull’assenza della politica come tema centrale:
“Chi difende il diritto, spesso lo fa da solo. È una solitudine che conosciamo bene nel nostro Paese.”
Tra leggerezza e riflessione, La vita va così si muove tra i paesaggi incontaminati della Sardegna e la forza silenziosa delle persone comuni. Un equilibrio che Milani definisce “la vera sfida del nostro cinema: essere popolari senza perdere profondità”.
🎬 Una commedia civile per il presente
In chiusura, il regista ha sintetizzato l’anima del film con una frase che ha risuonato come un manifesto:
“È una commedia, sì, ma è anche un atto d’amore per chi sceglie di restare. Perché la vita, a volte, va così. Ma non per questo dobbiamo smettere di crederci.”
Con La vita va così, Riccardo Milani firma un film che profuma di terra e di vento, di case che resistono e sguardi che non cedono. Una storia che parte da un angolo di Sardegna ma parla a tutto il Paese: di dignità, radici e ostinazione gentile.
È un cinema che non urla, ma che resta addosso — come la luce calda di un tramonto che, per un attimo, sembra non voler finire mai.