“La signora del cinema se n’è andata, ma resta la sua luce”Diane Keaton, 1946 – 2025. L’eleganza della verità, l’ironia come destino.
Oggi il cinema perde una delle sue voci più autentiche.
È morta Diane Keaton, attrice, regista e icona che ha attraversato quasi sessant’anni di storia cinematografica con un’eleganza disarmante e un’ironia senza tempo. Aveva 79 anni.
Diane Keaton non è mai stata solo un volto del cinema americano: era un modo di stare al mondo. Con la sua voce roca, i suoi cappelli inconfondibili, i completi maschili e lo sguardo dolce e impenetrabile, ha insegnato che la forza può convivere con la fragilità, e che la leggerezza è una forma di profondità.
Dal sorriso timido di Annie Hall — che le valse l’Oscar nel 1978 — alla dolce malinconia di Something’s Gotta Give, passando per i ruoli indimenticabili ne Il Padrino, Manhattan e Reds, Keaton ha disegnato una mappa femminile complessa, libera, imperfetta e straordinariamente vera.
È stata musa di Woody Allen, partner cinematografica di Al Pacino, Jack Nicholson e Warren Beatty, ma soprattutto è stata se stessa: imprevedibile, ironica, autentica.
Dietro i riflettori, Diane era una donna che amava la fotografia, l’architettura, la scrittura. Coltivava la solitudine come spazio creativo, trasformando la sua casa e la sua vita in un film continuo fatto di memoria e curiosità.
Ha raccontato di sé con onestà e humor, anche nei momenti più difficili.
Oggi il mondo la saluta con gratitudine.
Per le sue risate, le sue pause, le sue camicie bianche e le sue parole.
Per averci insegnato che essere diversi è la forma più alta di eleganza.
E mentre le luci si abbassano, resta la sua voce che sussurra — come in una scena che non finisce mai — che la vita è il film più bello di tutti.