Dallo sguardo glaciale di Tano Cariddi ne La Piovra ai set internazionali accanto a Christian Bale e Denzel Washington: se ne va a 76 anni un artista magnetico e riservato, capace di lasciare un segno indelebile nel cinema, nel teatro e nella televisione.

Si è spento oggi, venerdì 3 ottobre, nella sua casa del Principato di Monaco, Remo Girone, a 76 anni. L’attore, consacrato al grande pubblico con l’interpretazione di Tano Cariddi nella serie La Piovra, lascia un vuoto profondo nel panorama culturale italiano. Carismatico e al tempo stesso schivo, Girone è stato un interprete capace di attraversare teatro, cinema e televisione con eleganza e intensità, diventando uno dei volti più riconoscibili della nostra memoria collettiva.

Nato ad Asmara nel 1948 da una famiglia di emigrati italiani, Girone si trasferì a Roma a soli tredici anni. Dopo aver abbandonato gli studi in economia, seguì la sua vocazione artistica diplomandosi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”. Il teatro fu la sua prima grande casa: lavorò con Ronconi, Costa, Stein, vincendo premi internazionali come quello al Festival di Edimburgo nel 1996 con Zio Vanja.

Il volto che lo consegnò alla storia arrivò però nel 1987, quando interpretò Gaetano “Tano” Cariddi, ragioniere corrotto e spietato, simbolo della connivenza tra mafia e finanza. In quegli anni La Piovra, lo sceneggiato Rai diretto da Luigi Perelli, entrò nelle case di milioni di italiani e Girone seppe trasformare il suo personaggio in un archetipo del potere oscuro, destinato a restare indelebile.

Al cinema alternò opere italiane e internazionali: da Bellocchio e Scola a Greenaway, Tykwer e Zanussi, fino ai ruoli più recenti che gli restituirono nuova linfa creativa, come Enzo Ferrari in Le Mans ’66 – La grande sfida e la partecipazione a The Equalizer 3. La sua voce profonda conquistò anche il doppiaggio: fu il capo Powhatan in Pocahontas.

Uomo riservato, lontano dalle eccessive luci della ribalta, condivise una vita intensa con la moglie Victoria Zinny, attrice argentina, con cui era sposato dal 1982. Nel 2021 ricevette il Premio Flaiano alla carriera, riconoscimento a un percorso artistico che non ha mai smesso di sorprendere.

“Ciao Remo. Ti amerò sempre”, ha scritto il regista Giulio Base sui social. È un saluto che raccoglie l’emozione di chi ha lavorato con lui e di chi lo ha ammirato da spettatore. Con la sua scomparsa se ne va non solo un grande attore, ma un pezzo di storia culturale italiana, capace di incarnare il buio e la luce, la crudeltà e la fragilità.

Il suo sguardo rimarrà inciso nella memoria, e le sue interpretazioni continueranno a vivere nelle immagini, nelle voci e nelle emozioni che ha regalato. Perché artisti come Remo Girone non si spengono mai davvero: restano dentro le storie che hanno saputo raccontare.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical