Ventuno anni. Un’eternità cinematografica, un battito di ciglia nella storia biblica. Tanto è trascorso da quando Mel Gibson ha sconvolto il mondo con La Passione di Cristo , un’opera cruda, viscerale, che ha incassato cifre record e scatenato dibattiti infuocati. Ora, il regista visionario e spesso controverso, è pronto a riportarci in quel mondo, ma con una prospettiva che promette di superare ogni aspettativa. Il suo attesissimo sequel, The Resurrection of the Christ, non sarà una semplice continuazione, ma un’epopea che si spinge ben oltre i confini del racconto tradizionale.
Dimenticate le ricostruzioni didascaliche. Gibson stesso lo ha definito un “viaggio acido”, un’affermazione che ha scosso il mondo del cinema e che, pronunciata durante un’apparizione a The Joe Rogan Experience, ha subito acceso la curiosità. Il suo intento è esplorare l’ignoto, partendo dalla caduta degli angeli, attraversando l’inferno e lo Sheol – il regno dei morti nell’Antico Testamento – fino alla morte dell’ultimo apostolo, Giovanni, circa 60 anni dopo la crocifissione. Un’ambizione narrativa che promette di trasformare una storia sacra in un’esperienza cinematografica senza precedenti, un vero e proprio colossal che non teme di affrontare le dimensioni più oscure e metafisiche dell’esistenza.
Non sarebbe The Resurrection of the Christ senza il suo protagonista. Il volto di Gesù, Jim Caviezel, è atteso per un ritorno che sfida il tempo. L’attore, oggi cinquantenne, dovrà essere ringiovanito digitalmente per riprendere i panni del messia trentatreenne, un dettaglio che testimonia la cura e l’investimento tecnologico dietro il progetto. Caviezel, che in passato aveva definito questo sequel “il più grande film della storia”, è pronto a immergersi nuovamente in un ruolo che ha segnato la sua carriera. Accanto a lui, la magnifica Monica Bellucci dovrebbe tornare nel ruolo di Maria Maddalena, aggiungendo un tocco di grazia e intensità emotiva a un cast già stellare.
Un’impresa di tale portata richiede un team all’altezza. Mel Gibson non solo dirigerà questa titanica produzione, ma ha anche firmato la sceneggiatura insieme a Randall Wallace, suo storico collaboratore da Braveheart. Una partnership che ha già dimostrato di saper creare opere di grande impatto emotivo e visivo. Le riprese, previste per agosto 2025, si svolgeranno negli storici Cinecittà Studios di Roma, un luogo iconico del cinema italiano e mondiale. La CEO di Cinecittà, Manuela Cacciamani, ha già anticipato la necessità di “molteplici costruzioni sceniche” per dare vita alla visione di Gibson, suggerendo la scala imponente che il film intende raggiungere.
L’attesa culminerà nella primavera del 2027, con un’uscita strategica divisa in due capitoli. La prima parte debutterà il 26 marzo 2027, Venerdì Santo, seguita dalla seconda il 6 maggio 2027, Giorno dell’Ascensione. Una scelta che richiama la solennità delle festività cristiane, proprio come accadde per The Passion of the Christ, uscito nel Mercoledì delle Ceneri del 2004. Questa divisione in due parti permetterà a Gibson di esplorare con la dovuta profondità l’ampio arco narrativo che ha promesso, offrendo al pubblico un’esperienza cinematografica ancora più immersiva.
Per chi volesse rinfrescare la memoria o scoprire per la prima volta la potenza viscerale del primo film, The Passion of the Christ è attualmente disponibile in streaming su Netflix e Plex. Un’occasione perfetta per prepararsi al ritorno di un’epopea che, a distanza di oltre due decenni, si preannuncia ancora più audace e controversa.
Con la promessa di un’epopea che trascende i confini del racconto biblico tradizionale, Mel Gibson si appresta a regalarci un’esperienza cinematografica senza precedenti, un viaggio che promette di essere tanto spirituale quanto visivamente sbalorditivo. The Resurrection of the Christ non è solo un sequel, ma un’ambiziosa incursione nel mistero, un’opera che, se le premesse saranno mantenute, lascerà un segno indelebile nella storia del cinema.