Attenzione: Spoiler sulla prossima stagione

Il sipario si è alzato sulla ventisettesima stagione di Law & Order: Special Victims Unit con un colpo di scena che ha lasciato il pubblico attonito e, per molti, profondamente deluso.

Mentre i fan attendevano con trepidazione il ritorno a tempo pieno di Kelli Giddish nei panni di Amanda Rollins, la serie più longeva della televisione ha scelto di inaugurare l’anno con una perdita monumentale: la scomparsa del Capitano Donald Cragen, un pilastro che ha attraversato quasi quattro decenni dell’universo di Law & Order.

Nonostante Olivia Benson e la sua squadra siano avvezzi al pericolo, con rapimenti e aggressioni che hanno segnato la carriera della stessa Benson, le morti dei personaggi principali sono sempre state un evento raro e gestito con parsimonia da NBC e Wolf Entertainment. L’ultima volta che un volto noto ha lasciato la scena in modo definitivo è stato con la dipartita di Richard Belzer, il cui personaggio, Munch, ha avuto un addio discreto, quasi sussurrato, con un semplice brindisi. Ma l’uscita di scena di Donald Cragen si è rivelata tutt’altro che sommessa; è stata straziante e, a detta di molti, francamente incomprensibile.

L’episodio d’apertura della stagione 27 non si è concentrato su un caso, ma ha catapultato gli spettatori direttamente nel memoriale di Cragen. Una Benson visibilmente provata si è riunita con volti familiari come il Dottor George Huang e Brian Cassidy, per poi unirsi a Sonny Carisi e Fin Tutuola. Un momento di ricongiungimento che ha sottolineato l’importanza di Cragen, ma che ha anche evidenziato la rapidità e la freddezza con cui la sua fine è stata presentata. Cragen non era un personaggio qualsiasi: era un’icona. La sua carriera era iniziata nel lontano 1990 con il pilot della serie originale Law & Order, “Prescription for Death”, dove già ricopriva il ruolo di capitano. Un ruolo che ha mantenuto per decenni, diventando un membro del cast principale di Law & Order: SVU fin dal suo debutto nel 1999.

Anche dopo il suo ritiro dal servizio nel 2014, il Capitano Cragen non ha mai abbandonato del tutto il suo universo narrativo, apparendo sia in SVU che, più recentemente, in Law & Order: Organized Crime, per riunirsi con i suoi “migliori detective”, Benson e Elliot Stabler. Questo lo ha mantenuto attivo e rilevante nella mente dei fan, rendendo il suo impatto e i suoi contributi al franchise inestimabili. Come ha giustamente affermato Benson, tutto ciò che sa sull’essere un capitano, lo ha imparato dal suo ex capo. Cragen era molto più di un mentore professionale; era una figura paterna per entrambi, Benson e Stabler, un faro di stabilità in un mondo di caos.

Ed è proprio per questo che la gestione della sua morte ha generato un’ondata di sconcerto. Se l’omaggio a Richard Belzer attraverso il destino di Munch aveva un senso, la decisione di NBC e Wolf Entertainment di uccidere Cragen proprio ora, senza un’apparente ragione narrativa, è un enigma. L’attore Dann Florek, che ha dato vita a Cragen per tanti anni, è ancora vivo e, incredibilmente, era presente sul set durante le riprese della commovente conversazione tra Benson e Stabler fuori dal memoriale. Non sembra esserci una giustificazione narrativa immediata per questa scelta, e anche se la produzione avesse in serbo un piano più ampio che coinvolge la sua morte, la brevità del memoriale all’inizio della stagione 27 appare come un gesto irrispettoso verso l’eredità di un personaggio così amato e duraturo.

Molti avrebbero desiderato un addio più dignitoso, una vera e propria riunione con Cragen, magari anche solo con Benson e Stabler, prima che il suo personaggio venisse definitivamente congedato. Invece, l’addio è stato brusco, quasi un’ombra in un episodio che prometteva nuovi inizi. Questo finale amaro non solo ha privato i fan di un meritato congedo, ma ha anche sollevato interrogativi sulla cura e il rispetto che una serie dovrebbe riservare ai suoi pilastri, specialmente dopo 35 anni di fedele servizio. Un peccato che risuona come una stonatura in un’orchestra altrimenti ben orchestrata, lasciando un vuoto che va oltre la semplice assenza di un personaggio, ma tocca la sensibilità di un’intera comunità di spettatori.

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