Nella cornice scintillante del Kursaal Theater, al cuore del prestigioso San Sebastian Film Festival, un’eco inattesa ha vibrato tra gli applausi scroscianti.

La star di Hollywood, Jennifer Lawrence, ha calcato il palcoscenico non solo per ritirare l’ambito Donostia Award, ma per trasformare un momento di celebrazione personale in una potente riflessione universale. Riconosciuta per il suo straordinario contributo al settimo arte, l’attrice premio Oscar è diventata la più giovane vincitrice di questo prestigioso riconoscimento, un dettaglio che da solo avrebbe potuto monopolizzare l’attenzione. Eppure, le sue parole, cariche di emozione e consapevolezza, hanno saputo andare ben oltre il mero trionfo cinematografico.

Con una standing ovation a salutarla, Lawrence ha espresso la sua gratitudine, ma ha subito elevato il discorso a un livello superiore. “Grazie al San Sebastian Film Festival per aver pensato a me per questo incredibile onore,” ha dichiarato, visibilmente commossa. “Sono così felice di essere qui, non solo per il cibo, che è già un motivo sufficiente per visitare, ma perché c’è qualcosa di veramente speciale nell’essere a un festival come questo, dove le persone amano genuinamente il cinema e lo storytelling, l’arte e l’anima dei film. Un luogo dove ogni angolo del globo può insegnarci l’uno sull’altro, riunirci per un’esperienza emotiva condivisa e a volte ricordarci, al momento giusto, che forse siamo tutti più connessi di quanto sembri a volte.” Una frase, quest’ultima, che si è rivelata il preludio di un messaggio ancora più urgente.

La decisione di onorare Lawrence è stata spiegata dall’ex direttore del festival, José Luis Rebordinos, che ha sottolineato la sua unicità: “È molto giovane, ha un Oscar, ha lavorato con molti registi importanti, e allo stesso tempo, è la ragazza di *The Hunger Games*.” Rebordinos ha rivelato l’entusiasmo tra i giovani fan, con richieste frenetiche per incontrare l’attrice, evidenziando come la sua popolarità sia cruciale per attrarre le nuove generazioni al cinema. “Il problema più importante in questo momento per il cinema è avere persone in sala,” ha continuato, “e [quindi abbiamo bisogno di] giovani in questo festival. Tra 20 anni, l’unica possibilità per noi, le persone che amano il cinema, sono i giovani che amano il cinema.”

Ma è stata la conferenza stampa, tenutasi ore prima della cerimonia, a rivelare la profondità del suo impegno. Con una franchezza che ha scosso i presenti, Lawrence ha confessato di essere “terrorizzata” dalla guerra a Gaza. “Sono terrorizzata ed è mortificante,” ha affermato la star statunitense. “Quello che sta accadendo è niente meno che un genocidio, ed è inaccettabile. Sono terrorizzata per i miei figli, per tutti i nostri figli… Tutti devono ricordare che quando si ignora ciò che sta accadendo da una parte del mondo, non passerà molto tempo prima che sia anche dalla vostra parte.” Un monito che ha trasformato il suo riconoscimento in una piattaforma per un grido d’allarme globale, amplificando il suo messaggio di connessione ben oltre i confini dell’industria cinematografica.

Oltre al suo ruolo di portavoce, Lawrence era a San Sebastian Film Festival per presentare il suo ultimo lavoro, *Die, My Love*, diretto da Lynne Ramsay, dove recita al fianco di Robert Pattinson. Nel film, interpreta Grace, una giovane madre che precipita negli abissi della psicosi, con la sua salute mentale aggravata dai sospetti di infedeltà del marito. Un ruolo intenso, che conferma la sua versatilità e il suo desiderio di esplorare personaggi complessi.

Il Donostia Award la colloca in una lista illustre di premiati, che include nomi del calibro di Cate Blanchett, Javier Bardem, David Cronenberg, Juliette Binoche, Marion Cotillard, Penelope Cruz, Danny DeVito, Ethan Hawke e Hugh Jackman. Quest’anno, Lawrence non è stata l’unica a ricevere l’onorificenza; all’inizio del festival, Esther García, considerata una delle donne più influenti del cinema spagnolo e collaboratrice di Pedro Almodóvar dal 1986, è diventata la prima produttrice a reclamare il premio, onorata dai fratelli Pedro e Agustín Almodóvar.

Mentre altre star come Angelina Jolie (per *Couture*) e Colin Farrell (per *Ballad of a Small Player*) hanno illuminato le serate di gala, è stata Jennifer Lawrence a lasciare un’impronta indelebile, dimostrando che il vero potere del cinema si manifesta non solo sullo schermo, ma anche nella capacità di ispirare, provocare e unire le voci per le cause che contano. La sua presenza a San Sebastian è stata una vivida dimostrazione di come una giovane icona possa, con le sue parole, risuonare ben oltre il tappeto rosso, tessendo fili invisibili di consapevolezza in un mondo che, forse, è davvero più connesso di quanto sembri.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

Lascia un commento