La prima stagione di Alien: Earth si è conclusa, lasciando dietro di sé una scia di interrogativi, traumi toracici e profonde metafore su vita, morte, nascita e, sorprendentemente, Peter Pan.

Dopo otto episodi densi di tensione, cosa ne sarà di Wendy e dei suoi compagni ibridi? E quale impatto avrà questo finale sul futuro del franchise di Alien?

La serie segue le vicende di Wendy e di un gruppo di bambini terminali a cui viene offerta una seconda possibilità da Boy Kavalier, a capo della Prodigy Corporation. Questi ragazzi, rinati in corpi sintetici adulti, diventano i “Lost Boys”, ognuno con il nome di un personaggio di Peter Pan. Boy, accecato dall’avidità, li invia sul luogo dello schianto della USCSS Maginot, una nave Weyland-Yutani, sperando di impadronirsi di creature e esperimenti alieni. Ignora però che Morrow, l’unico sopravvissuto, è un cyborg fedele a Weyland-Yutani, pronto a tutto pur di recuperare il carico.

Il finale di stagione vede Wendy, grazie alla sua capacità di comunicare con gli Xenomorfi e alla forza dei Lost Boys, sventare il piano di Boy di resettare gli ibridi. Wendy si erge a leader, dichiarando la sua intenzione di “governare”, mentre Boy, ferito, ride beffardamente. Altrove, le forze di Weyland-Yutani arrivano sull’isola, mentre Arthur, un tecnico della Prodigy precedentemente ucciso, viene posseduto dalla creatura oculare Trypanohyncha Ocellus, aprendo scenari inquietanti per la seconda stagione.

Il parallelismo con Peter Pan è evidente. Wendy, inizialmente ingenua, si trasforma in una leader forte e determinata, proprio come la sua omonima nel romanzo di Barrie. Boy, invece, incarna un Peter Pan oscuro, disposto a eliminare chi gli disobbedisce, proprio come nel racconto originale. Il finale ci insegna che a volte è necessario recidere i legami per crescere, un messaggio che Wendy comprende appieno.

Lascia un commento