L’episodio 7 di Alien: Earth, “Emergence”, disponibile su Disney+, si apre con un ritmo frenetico, quasi ansioso di raggiungere il suo climax. Come un film che accelera verso il gran finale, questo episodio, il più breve della stagione, ci catapulta in un vortice di eventi che lasciano presagire un finale esplosivo. Alan Sepinwall di Rolling Stone lo definisce “un episodio che ha alcuni momenti emozionanti ma sembra più un’estesa preparazione per il finale di stagione che una puntata soddisfacente a sé stante”. Ma è davvero così? O forse questa rapidità è parte integrante del terrore che Noah Hawley, con reverenza verso i primi due film della saga Alien, sta costruendo?
La nascita del mostro avviene con una velocità inusuale per la serie. Arthur, attaccato dal facehugger nell’episodio precedente, si ritrova già con il petto squarciato da un piccolo Xenomorfo. Hawley, consapevole che il pubblico conosce il ciclo vitale della creatura, non indugia su dettagli già visti, preferendo concentrarsi sulle conseguenze di questa nuova, terrificante presenza.
Mentre Slightly cerca di portare Arthur fuori dall’isola, il Xenomorfo fa la sua comparsa, interrompendo i piani dei due Lost Boys. Kirsh, in un gioco di astuzia e strategia, tende una trappola a Morrow e ai suoi soldati Weyland-Yutani, catturandoli nel momento di minore attenzione. Un piano audace, che dimostra quanto Kirsh sia sicuro di sé, al punto da non informare Kavalier della morte di Isaac fino al compimento del suo piano.