Alla sesta giornata della 82ª Mostra del Cinema di Venezia, la Laguna accoglie due star mondiali: Dwayne Johnson ed Emily Blunt. Insieme presentano The Smashing Machine, il nuovo film di Benny Safdie, che porta sul grande schermo la vita del lottatore Mark Kerr, leggenda delle arti marziali miste.
La pellicola, ambientata tra la fine degli anni ’90 e il 2000, racconta l’ascesa e il declino di Mark Kerr, campione NCAA di lotta libera, vincitore di tornei internazionali e icona dell’UFC, soprannominato “la Macchina Distruttrice”. Un gigante sul ring, ma anche un uomo fragile fuori da esso, segnato dalla pressione dei risultati e da un amore tormentato con la moglie Dawn. Più che un semplice biopic sportivo, The Smashing Machine diventa un viaggio nella vulnerabilità umana, tra cadute e rinascite.
Durante la conferenza stampa a Venezia, Johnson ha aperto con emozione:
“Scusate, è la mia prima volta a Venezia”. Ha raccontato quanto questo ruolo lo abbia trasformato: “La figura di Mark ha cambiato le nostre vite. Non è una storia di vittorie o sconfitte, ma di cosa accade quando la vittoria stessa diventa un nemico. Ho capito che c’è forza nella vulnerabilità.”
Emily Blunt, che interpreta Dawn Staples, ha sottolineato il valore della componente femminile:
“In un mondo dominato dal machismo, era importante mostrare anche la voce di chi vive accanto al campione. Mi sono immedesimata così tanto in Dawn che a volte pensavo che le sue emozioni fossero le mie. È stato emozionante.”
Il regista Benny Safdie ha spiegato la scelta di collocare la storia negli anni ’90:
“Era un periodo di sperimentazione nello sport, in cui le arti marziali si sfidavano e si contaminavano. Ho voluto restituire quella tensione e quell’energia, ma anche raccontare l’uomo dietro il mito.”
Con The Smashing Machine, Safdie consegna a Johnson un ruolo che segna una svolta nella sua carriera, lontano dai soli blockbuster e più vicino a un percorso intimo e doloroso. Tra sacrificio, amore e fragilità, il film non si limita a celebrare la leggenda di un campione, ma illumina l’essere umano che si nasconde dietro la forza. Venezia ha applaudito un Dwayne Johnson inedito, che tra lacrime e riflessioni personali ha promesso: “Ora vivrò i miei sogni e non quelli degli altri.”