Ci sono ruoli che non si interpretano soltanto: si abitano, si incarnano fino a diventare un riflesso dell’anima. A Venezia, tra i riflessi della laguna e le luci del grande cinema, Jacob Elordi ha presentato la sua metamorfosi in Frankenstein di *Guillermo del Toro. Una trasformazione fisica ed emotiva che ha già il sapore di leggenda: dieci ore di trucco al giorno, notti infinite di riprese, un corpo ricostruito in laboratorio e un’anima esposta sul grande schermo.

Accanto a lui, sul palco della Mostra del Cinema, il regista messicano e i compagni di set — Oscar Isaac, Mia Goth, Christoph Waltz — hanno svelato i segreti di un film che affonda le radici nel mito e lo restituisce al presente. Del Toro ha raccontato di inseguire la creatura da quando era bambino, folgorato dal volto tragico di Boris Karloff nel film del 1931. Per lui, il momento giusto è arrivato ora: un film realizzato “nelle condizioni giuste”, con la libertà e la scala necessaria per ricostruire un intero mondo gotico e pulsante di umanità.

Elordi, dal canto suo, non ha nascosto la totale immersione: 

“Il mostro è la forma più pura di me stesso. È più me di quanto lo sia io.” 

Un’affermazione che rivela la natura intima di un personaggio che non è solo icona dell’orrore, ma specchio delle nostre fragilità più autentiche. Dal petto aperto alla postura curva che accompagna la crescita, la metamorfosi del mostro racconta le tappe della vita: nascita, dolore, chiusura. Un corpo che diventa parabola esistenziale.

Se inizialmente il ruolo era stato pensato per Andrew Garfield, il destino ha condotto Del Toro a Elordi. 

“L’ho scelto per i suoi occhi,”

 ha confessato il regista. Occhi capaci di custodire innocenza e crudeltà, umanità e disperazione. In quelle pupille si nasconde il segreto del nuovo Frankenstein: non solo una creatura di carne e cicatrici, ma un’anima ferita che chiede di essere guardata.

A Venezia, il mito ha ripreso vita. Non più soltanto il mostro nato dal genio di Mary Shelley, ma un essere umano reso universale da Jacob Elordi e Guillermo del Toro. Frankenstein arriverà nelle sale il 17 ottobre e su Netflix dal 7 novembre: una storia antica che continua a parlarci di ciò che siamo, del dolore che ci piega e della luce che, nonostante tutto, resiste negli occhi di un mostro.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical