Una vita dedicata allo spettacolo. Una voce, un sorriso, un’intelligenza brillante che hanno attraversato la storia della televisione italiana, rendendola più colta, più viva, più vera. Con la scomparsa di Pippo Baudo, il mondo dello spettacolo perde un gigante. E il Teatro Sistina sceglie di salutarlo con un gesto che va oltre la commozione: intitolerà a lui la sua poltrona più preziosa, quella al centro della prima fila, che per anni ha custodito la sua presenza discreta e attenta.
Baudo non era solo un amico del Sistina. Era parte del suo cuore pulsante.
Nel 2013, all’inizio della nuova direzione artistica di Massimo Romeo Piparo, fu proprio Pippo a essere scelto come protagonista di “Sistina Story”, spettacolo inaugurale e omaggio alla gloriosa tradizione del varietà e della rivista musicale italiana. Accanto a Enrico Montesano, Baudo fu narratore d’eccezione, custode e guida attraverso i ricordi, la musica, i grandi nomi che hanno fatto la storia di quel palcoscenico. La sua voce, quel modo unico di raccontare, fu allora – come sempre – un ponte tra passato e presente, tra l’applauso del pubblico e il respiro della cultura.
Nel ricordarlo oggi, le parole si fanno fragili.
La sua cultura enciclopedica, la capacità di spaziare dalla musica colta al pop, attraversando generi e generazioni, la sua competenza sterminata, il rispetto profondo per gli artisti e per il pubblico… tutto ciò ha rappresentato per chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui una scuola di vita, prima ancora che una lezione di spettacolo.
“La sua competenza, la sua ineguagliabile esperienza, la sua sterminata cultura,
sono stati per tutti noi linfa a cui attingere per una crescita artistica oltre che umana.”
Ed è proprio per questo che oggi il Teatro Sistina sceglie il gesto più simbolico e potente: intitolare a Pippo la “sua” poltrona, quella sempre riservata per lui, dove amava sedersi con sguardo critico ma affettuoso, pronto ad applaudire, sorridere, riflettere.
Una poltrona che non sarà più vuota, ma colma della sua eredità, della sua ironia elegante, della sua voce familiare.
Una poltrona che oggi diventa memoria viva.
Perché Pippo sarà sempre lì, al centro della platea, ad applaudire e argutamente commentare.
Ciao Pippo. Ci mancherai. Ma in realtà, non te ne sei mai andato davvero.