“Il film su Willy Monteiro emoziona la Sala Truffaut. “Ci sono troppi Willy ogni fine settimana. E il vero assassino è l’indifferenza.”
“Tutto il buono della società e l’empatia le ritrovo in questa sala. Siete la speranza affinché ci siano sempre meno Willy.”
Con queste parole, il produttore Roberto Proia ha salutato un momento tra i più intensi del Giffoni Film Festival 2025. In anteprima esclusiva, nella gremita Sala Truffaut, sono state mostrate le prime, toccanti scene di 40 Secondi, il nuovo film di Vincenzo Alfieri prodotto da Eagle Pictures, in uscita il 20 novembre.
Un film che parte da una ferita ancora aperta: l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il giovane di origini capoverdiane ucciso nel 2020 per aver provato a fermare una rissa. Una storia vera, raccontata con coraggio e verità, ispirata al libro di Federica Angeli. Ma soprattutto una storia che chiede ascolto.
“Quando si è giovani ci si crede immortali, e invece non è così. Questo film vuole far riflettere su quanto possa essere importante un gesto umano. Non ero sicuro di volerlo raccontare, ma poi ho parlato con gli amici di Willy, e ho capito che la vera storia, quella profonda, non la conosce quasi nessuno.”
— Vincenzo Alfieri
Al Giffoni, Alfieri è arrivato direttamente dal set, accompagnato dai due giovani protagonisti Justin De Vivo e Francesco Gheghi, e da Proia, già produttore de Il ragazzo dai pantaloni rosa, altro film che ha toccato le corde più sensibili delle nuove generazioni.
La forza di un gesto umano
Willy non è un eroe da copertina. Non è un personaggio mitico. Era semplicemente un ragazzo buono, che ha scelto di fermarsi, di intervenire, di proteggere. È proprio questa normalità – straordinaria nella sua umanità – che Alfieri ha voluto raccontare:
“Non ha fatto un gesto eroico. Ha fatto un gesto umano. E questo è il vero tema di questo film e di questo festival.”
Francesco Gheghi, tra le emozioni trattenute e i pensieri profondi, ha ricordato che dietro ogni nome diventato simbolo c’è una vita intera, fatta di sorrisi, sogni e relazioni:
“Willy prima di essere un ragazzo morto, è stato una persona. E il cinema può aiutarci a diventare una società migliore, a tendere una mano, a educare con rispetto.”
Cinema contro l’indifferenza
Il film intreccia anche la storia di Andrea Spezzacatena, un altro giovane la cui vicenda ha scosso il Paese. Due storie, due nomi, due destini. Ma una sola grande responsabilità collettiva: quella di non voltarsi più dall’altra parte.
“Il vero assassino è l’indifferenza”, ha detto ancora Proia. “Esistono Willy tutti i fine settimana. Raccontare questa storia significa prenderci cura del nostro presente. E spero che grazie al potere del cinema ci siano sempre meno Willy e sempre meno Andrea.”
Una carezza al cuore
Le parole finali di Justin De Vivo, visibilmente commosso, hanno chiuso l’incontro con la dolcezza di un abbraccio:
“Questo film mi ha lasciato una parte di lui. Spero di averlo elogiato al massimo. È tutto quello che voglio.”
In quella sala, tra i Giffoner e gli ospiti, l’empatia non era solo una parola: era un sentimento condiviso, vivo, necessario. E 40 secondi si è trasformato in qualcosa di più di un film: in un atto di amore, di memoria e di speranza.