Nel weekend scorso, Pedro Rodríguez, attaccante della Lazio, ha voluto condividere con orgoglio un momento tenero: il compleanno del figlio Marc, che ha compiuto otto anni. Tra sorrisi, una torta a tema Lilo & Stitch e una coroncina scintillante in testa, il piccolo indossava anche un abitino a spalline — un gesto che ha scatenato un’ondata di commenti omofobi sotto il post del papà-calciatore
Attacchi violenti: “Maschio o femmina?”, “Chi lo veste da ragazza?”
Frasi come “Maschio o femmina?”, “Chi diavolo veste suo figlio da ragazza?”, “C’è ancora tempo per riprendertelo” hanno piombato come fango sui genitori di Marc, attaccati per un abbigliamento considerato “non conforme” . Pedro ha reagito con compostezza: non ha rimosso le foto, ma ha disattivato i commenti per proteggere il figlio dagli insulti
Solidarietà a valanga: appelli di rispetto e amore
In parallelo, sono arrivate ondate di affetto e sostegno. Da Chiara Ferragni a Gianni Sperti, da Amor Romeira a numerose personalità dello spettacolo e dello sport, hanno elogiato Pedro per il suo esempio di libertà e amore incondizionato. “Quanto è fortunato tuo figlio…” ha scritto una voce tra i tanti messaggi di incoraggiamento .
Anche Gaynet, associazione Lgbtiq+ per il giornalismo e l’attivismo, lo ha ringraziato per aver difeso la libertà di Marc a scapito dei pregiudizi, invitandolo a partecipare a iniziative sull’inclusione nel calcio .
Una voce autorevole: Michela Andreozzi e il film Unicorni
A difendere Pedro è intervenuta anche la regista Michela Andreozzi, nota per il suo film Unicorni, che racconta la storia di un bambino che sogna di travestirsi da Sirenetta. Commentando l’accaduto, ha dichiarato:
“Non capisco come possa essere un bambino gender variant un pericolo per la società… di quale arma è armato?
Andreozzi ha aggiunto che proprio questo episodio la conferma nella scelta di raccontare storie che sfidano i pregiudizi: serve “portare sotto i riflettori bambini autentici, con desideri e identità libere” .
Un messaggio forte: la libertà di essere sé stessi
Pedro Rodriguez non è solo un campione sul campo, con un palmarès straordinario, ma anche un padre che ha scelto la via dell’amore disarmante. Ha detto no alla vergogna, no ai ruoli imposti, sì alla libertà. Con un gesto semplice quanto potente: lasciare che suo figlio festeggi essendo se stesso.
E Michela Andreozzi, dalla sua prospettiva cinematografica, sente forte il bisogno di raccontare queste storie — di incoraggiare la gentilezza, di sfidare chi ancora si scandalizza per un vestito. La loro voce unita diventa un appello: crescere figli felici e senza catene di genere non è solo un gesto educativo, è un atto di rivoluzione gentile.
tra l’abisso dell’odio e l’ascesa dell’empatia, Pedro e Andreozzi si ergono come fari. Un padre che ama senza costrizioni. Una regista che celebra la diversità. Insieme, ci ricordano che la vera forza sta nel permettere a ogni bambino di essere, semplicemente, sé stesso.