Nel mondo di John Wick, popolato da organizzazioni criminali e assassini che lavorano per loro, il padre della giovane Eve (David Castaneda) viene ucciso da un clan sconosciuto.

Winston (Ian McShane), gestore del Continental Hotel, rifugio per killer a pagamento, prende la ragazza sotto la sua ala protettrice. La manda alla Ruska Roma, un’organizzazione che gestisce una scuola di danza classica dove le allieve vengono addestrate a essere aggraziate quanto letali. Sotto l’occhio vigile della Direttrice (Anjelica Huston), Eve (interpretata da Ana de Armas da adulta) conta i giorni che la separano dalla vendetta sugli uomini che hanno ucciso suo padre.


Il primo spin-off della serie John Wick (2014-2023) con Keanu Reeves possiede tutti gli elementi distintivi del franchise: gun-fu, violenza intensa e armi a volontà. Ha anche qualcosa che mancava nei film recenti della serie: una storia con un inizio, una parte centrale e una fine.
Al centro di questa storia delle origini, ambientata tra gli eventi di John Wick: Chapter 3 – Parabellum (2019) e John Wick: Chapter 4 (2023), c’è l’attrice cubano-spagnola de Armas, che offre una performance formidabile nei panni dell’agente del caos ribollente. È fieramente presente, fisicamente ed emotivamente. Come protagonista, la furia avvincente di Eve è molto più facile da comprendere rispetto allo stoicismo glaciale di Wick, presente sin dal primo film in cui Reeves ha interpretato il killer a pagamento.


L’universo di John Wick è ispirato – o, secondo alcuni, è una copia diretta – dei film di arti marziali ambientati in una Cina o in un Giappone feudale, segnati da clan bellicosi che lottano per il controllo.
Ballerina sarebbe la classica storia hongkonghese di un orfano cresciuto in un tempio Shaolin e addestrato per diventare invincibile, in modo da poter regolare i conti in uno scontro finale.
C’è una semplicità avvincente nella trama dell’orfano vendicatore che il regista americano Len Wiseman (la serie di film Underworld, dal 2003 al 2016; Total Recall, 2012) sfrutta al massimo. C’è poco della trama contorta che ha appesantito gli ultimi due film di John Wick: per fortuna non c’è traccia dell’Alto Consiglio e delle sue elaborate regole. L’inserimento di Ruska Roma e del Continental Hotel è ridotto al minimo e sembra necessario alla storia.


Ad essere onesti, Wiseman ha un compito più facile rispetto al regista di John Wick, Chad Stahelski, che negli ultimi dieci anni ha dovuto costruire un mondo fantastico. Nel quarto film era evidente che la stanchezza aveva preso il sopravvento, con espedienti narrativi che spostavano Wick da un combattimento all’altro in modo sempre più forzato e gonfiato.


Ballerina non spreca la sua nuova storia e la sua protagonista in azioni deboli. I combattimenti sono coreografati in modo straordinario, con un momento clou ambientato a Praga in cui vengono utilizzate granate a mano come armi. Quel segmento offre il massimo rendimento per il prezzo pagato.
Questo nuovo inizio è una mossa azzeccata, che fa ben sperare per il futuro del franchise, che si avvia verso un quinto film di John Wick e una serie di sequel e prequel, sia animati che live-action.
In breve: con il volto nuovo di Armas, il franchise di John Wick si rinnova con un’azione mozzafiato che sembra fresca e non stereotipata.

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