Certe sere il cinema non si proietta sullo schermo. Si accende nelle parole. Nelle pause. Nei respiri che scuotono l’aria come applausi silenziosi.

A Cannes, sotto la luce dorata che trasforma ogni attimo in memoria, Leonardo DiCaprio ha consegnato a Robert De Niro la Palma d’Oro onoraria. Ma è stato De Niro, con la sua voce ferma e la sua rabbia gentile, a consegnare a tutti noi qualcosa di più prezioso: un discorso che sa di sveglia, di battaglia, di amore per l’arte e per la libertà.

In una sala immobile e viva, le sue parole hanno toccato le corde più profonde. Non un semplice ringraziamento, ma un appello lucido, politico e poetico, come un manifesto inciso nella pellicola.

Il discorso integrale di Robert De Niro

“Grazie di essere qui con me, per me, in questa serata così speciale… grazie mille, grazie infinite. Grazie davvero a tutta la comunità, a questo universo, a tutti quelli che amano raccontare storie grandi, forti, profonde.
La prima volta che sono venuto qui fu nel 1973 con Martin Scorsese per Mean Streets, e 50 anni dopo sono di nuovo qui con Killers of the Flower Moon, sempre con Martin. E nel frattempo, tra un film e l’altro, sono venuto con i film di Bernardo Bertolucci, Roland Joffé, Sergio Leone, John McNaughton, Irwin Winkler, Barry Levinson… E poi ancora con Scorsese.


Sono stato presidente di giuria, sono venuto come spettatore, come cinefilo. Questo è il mio posto, la mia comunità. È qui che amo entrare in contatto con chi condivide questa passione. Il Festival è una piattaforma di idee, una celebrazione del nostro lavoro, è un carburante per i nostri progetti. È qui che Paul Schrader, allora critico di Film Comment, ci diede a me e a Scorsese la sceneggiatura che aveva scritto: ci sembrava grandioso. Cannes è una terra fertile, e tranquilla – in senso creativo – è sempre stata un punto di incontro.

Fu qui che, insieme a Jane Rosenthal e Craig Hatkoff, ci venne l’idea di lanciare il Tribeca Film Festival nel 2002. L’intento era, prima di tutto, riunire le persone, dopo lo shock dell’11 settembre. E da lì è cresciuto, è diventato un piccolo evento internazionale. Ci siamo ispirati allo spirito di Cannes. E siamo fieri di essere, come Cannes, conosciuti per essere democratici e aperti al mondo. Democratico. È una parola che amo pronunciare.

Una parola che oggi è più importante che mai, nel mio Paese. Stiamo lottando. Lottiamo duramente per difendere la democrazia, che per troppo tempo abbiamo dato per scontata. E riguarda tutti, riguarda ciascuno di noi. Perché l’arte è democrazia. L’arte è inclusiva, unisce le persone, cerca la libertà, riflette la diversità.

Ed è per questo che l’arte è vista come una minaccia da autocrati e fascisti in ogni parte del mondo.

Il nostro presidente filisteo ha tagliato i fondi per molti programmi di aiuto e diversità. Ora ha annunciato un dazio del 100% per i film prodotti fuori dagli Stati Uniti. Riflettete un attimo. Non si può mettere un prezzo alla creatività, ma a quanto pare si può imporre un dazio.

Ovviamente, questo è inaccettabile. Tutti questi attacchi sono inaccettabili. E non è solo un problema americano. È globale. E come in un film, non possiamo restare a guardare. Dobbiamo agire, e dobbiamo farlo ora.

Senza violenza, ma con grande passione e determinazione. È tempo che tutti coloro che si preoccupano della libertà si organizzino, protestino e, quando ci sono le elezioni, ovviamente, votino.

Questa sera, e per i prossimi 11 giorni, dimostriamo la nostra forza e il nostro impegno celebrando l’arte in questo glorioso festival.

Liberté, Égalité, Fraternité.”

Ci sono discorsi che non finiscono con un applauso. Restano. Crescono. Cambiano chi li ascolta.

Robert De Niro non ha solo difeso l’arte: l’ha proclamata rifugio e resistenza. Ha parlato di cinema, sì, ma anche di democrazia, di dignità, di quel gesto fragile e potente che è scegliere da che parte stare.

Nel cuore di Cannes, mentre il mondo sembra scivolare nell’ombra, lui ha acceso una luce.
E quella luce non si spegnerà presto.

Perché finché ci sarà una storia da raccontare, ci sarà sempre qualcuno disposto ad ascoltarla.
E a crederci.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

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