C’è qualcosa di irreale, quasi cinematografico, nel vedere Timothée Chalamet camminare tra le colonne finte di Cinecittà, come se fosse sbucato da una pellicola in bianco e nero per rendere omaggio alla grande bellezza del cinema italiano. A pochi mesi dalla sua trasformazione in Bob Dylan – vissuta tra autobus, fans e tramonti romani – il giovane attore americano è tornato nella Capitale, questa volta mano nella mano con Kylie Jenner, compagna e complice, per il loro primo red carpet ufficiale di coppia.

Un’apparizione che ha subito acceso i flash e fatto trattenere il respiro ai presenti: sguardi che si cercano, sorrisi che sembrano scritti da un autore innamorato dell’amore, gesti misurati eppure intensi. Tra loro, in mezzo al brusio elegante degli Studi, sembrava scorrere una sceneggiatura invisibile fatta di glamour e affetto vero.

Poi, quando le luci si sono fatte più calde e il palco ha preso il posto della passerella, Chalamet ha ricevuto il David Speciale della 70esima edizione dei David di Donatello. Un riconoscimento che ha saputo accogliere con grazia e meraviglia. «È un onore incredibile ricevere questo premio in un paese ricco di storia come l’Italia – ha detto – davanti a cui mi sento molto umile». Ha evocato i suoi maestri ideali, da Fellini a De Sica, «con il suo Ladri di biciclette», e ha ricordato con gratitudine l’inizio di tutto: quel film che lo ha consegnato all’immaginario italiano e internazionale, Chiamami col tuo nome, girato con Luca Guadagnino quando aveva solo vent’anni.

E infine, come in ogni storia che si rispetti, c’è stato il colpo di scena. Timothée ha sorriso, ha guardato la platea e con un accento che ormai ha imparato ad amare, ha detto: «Forza Roma sempre!»

Un boato. Un applauso. Il cinema, per un attimo, si è fuso con la vita vera.

E Roma, come spesso le accade, si è innamorata ancora una volta.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical