Non basta un abito per raccontare la bellezza: serve un corpo che lo abiti con consapevolezza. Roberto Bolle, étoile della danza mondiale, è apparso al Met Gala 2025 come un’opera vivente. A poco più di un mese dal suo cinquantesimo compleanno, ha calcato il blue carpet newyorkese con la grazia di chi ha fatto dell’arte del gesto una seconda pelle — e della disciplina un linguaggio universale.

Credo che la moda, come la danza, sia un linguaggio”, ha dichiarato. “E questa serata è una delle rare occasioni in cui possiamo parlare con il corpo e con il tessuto, raccontando una storia che attraversa epoche, culture e identità.”
Ed è proprio così che Bolle ha affrontato il tema del Met Gala di quest’anno: non travestendosi, ma trasformandosi. Non mascherandosi, ma esprimendosi.

Il leather look firmato Burberry: forza e raffinatezza cucite addosso

Per l’occasione, Bolle ha indossato un completo in pelle nera realizzato su misura dalla maison Burberry, in collaborazione con il direttore musicale e designer Benji B. Un omaggio all’audacia e alla sofisticazione britannica, ma anche un tributo alla propria fisicità scolpita e alla propria storia artistica.

La giacca doppiopetto, dalle spalle definite e dal taglio netto, sembrava quasi cesellata sul suo corpo come un’armatura elegante, mentre i pantaloni affusolati, attraversati da cuciture verticali a vista, conferivano slancio e una dimensione architettonica alla silhouette. Nessun eccesso, nessuna concessione superflua: tutto era essenziale, calibrato, parlante.

Una camicia a motivi geometrici tono su tono aggiungeva un tocco di movimento visivo, discreto ma sofisticato. Gli stivaletti in pelle nera, con il check tipico di Burberry reinterpretato in chiave minimal, sigillavano il look con un cenno alla tradizione, senza mai sottrarre centralità al corpo che li indossava.

Moda e danza: un dialogo silenzioso

Nel contesto spettacolare e spesso eccessivo del Met Gala, Bolle ha scelto la via più sottile: quella della sottrazione, del gesto preciso, della presenza che non ha bisogno di clamore per imporsi. Ha sfilato senza orpelli, ma con la potenza di chi conosce ogni millimetro del proprio corpo e ne fa uno strumento espressivo, come un violino accordato alla perfezione.

La pelle del completo non era solo un materiale, ma una seconda pelle simbolica: evocava forza, sensualità, protezione. Parlava il linguaggio della resistenza e dell’eleganza, della modernità e della classicità che convivono nel suo modo di danzare e di esserci.

Un gesto per attraversare il tempo

Roberto Bolle non ha solo partecipato al Met Gala: lo ha interpretato. È stato, ancora una volta, ponte tra mondi apparentemente distanti — danza e moda, arte e pop, classicità e avanguardia — dimostrando che l’eleganza non è una questione di abiti, ma di anima, postura, intenzione.

E quando il tessuto incontra il gesto, e il corpo si fa racconto, allora anche un red carpet diventa palcoscenico. E un danzatore, icona.

Di Martina Bernardo

Vengo da un galassia lontana lontana... Appassionata di cinema e serie tv anche nella vita precedente e devota ai Musical

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